Quasi ogni giorno usciamo di casa con una leggera ansia che al nostro ritorno possa essere successo qualcosa. Magari un’effrazione o il gatto che ha deciso di aprire tutti i rubinetti presenti nell’appartamento! Un ulteriore rischio, seppur remoto, è quello di un cortocircuito che innesca un incendio oppure danneggia gli apparecchi elettrici. Fortunatamente, per ciò che concerne quest’ultimo punto, un monitoraggio preventivo qualificato può sollevarci da questa preoccupazione e lasciarci godere la nostra giornata di lavoro o di svago in totale tranquillità.

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Cosa dice la legge?

In base al DM 37/08 ogni impianto elettrico deve essere accompagnato da una “Dichiarazione di Conformità alla regola dell’arte” (Di.Co.), ovvero un documento rilasciato dalla ditta installatrice che attesta lo stato di conformità e sicurezza. È buona norma che gli impianti condominiali siano sottoposti anche a verifiche periodiche, ogni due o cinque anni, che ne attestino il corretto funzionamento, soprattutto laddove vi siano figure dipendenti, come portieri, oppure attività configuranti le condizioni di luogo di lavoro, interne al condominio.

Infatti, non tutti gli impianti condominiali sono a norma. Ciò dipende dall’anzianità dell’impianto stesso e dagli interventi che essa subisce. La verifica della messa a terra ci aiuta ad individuare eventuali falle nell’impianto e ripristinare la sua sicurezza.

Come si considerano gli impianti elettrici in un condominio?

L’impianto elettrico condominiale viene considerato dal Codice Civile come un bene comune del palazzo. E comprende il sistema di illuminazione, antincendio, movimentazione dell’ascensore ed eventuali circuiti di sorveglianza e autoclave.

La messa a terra oltre alla parte in comune, garantisce attraverso l’impianto condominiale le singole unità immobiliari. Inoltre, ogni inquilino è responsabile della propria rete elettrica interna e dell’impianto di messa a terra.

Verifica dell’impianto elettrico condominiale

Quando va effettuata una verifica all’impianto elettrico condominiale? Con quale frequenza va eseguita? Vediamo insieme cosa prevedono le normative per gli impianti di messa a terra.

La prima verifica va eseguita a seguito dell’omologazione dell’impianto elettrico ed è obbligatoria per legge e coincide con la Dichiarazione di Conformità.

Successivamente l’amministratore ha l’obbligo di incaricare un ente abilitato di effettuarne la verifica periodica ogni due o cinque anni.

La normativa in materia fa riferimento al DPR 462/01 e a successive leggi. Nel 2020 il Decreto Milleproroghe ha disciplinato ulteriormente la materia definendo anche un prezziario e introducendo il Portale CIVA. La messa a terra viene anche regolata dall’81/08, dal momento in cui vi è presenza di lavoratori dipendenti.

Queste normative sono state varate affinché l’amministratore garantisca l’incolumità del dipendente. In caso di inadempienza sono previste sanzioni penali e/o civili. Inoltre, risultano fondamentali in caso di incendio. Le compagnie di assicurazione rispondono solo se si dimostra, producendo documentazione, di aver effettuato verifiche periodiche dell’impianto elettrico nei modi e tempi corretti, ovvero in linea con il DPR 462/01.

Come sapere se un impianto elettrico è a norma?

In condominio, il semplice funzionamento di un impianto elettrico non implica che lo stesso abbia una certificazione valida. Molti vecchi impianti, infatti, necessitano di interventi affinché possano essere definiti “a norma” e tali interventi variano a seconda dell’anno d’installazione e delle condizioni dell’impianto stesso.

Bisogna distinguere gli interventi tra impianti più moderni e quelli per impianti antecedenti al 1990, che risultano in regola qualora siano dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti nel punto di ingresso dell’impianto, protezione contro i contatti diretti e indiretti, con interruttore differenziale avente corrente non superiore a 30mA.

Perché un impianto elettrico sia considerato a norma, serve presentare la DICO, ovvero la dichiarazione di conformità e le verifiche periodiche. Esse servono a certificare che i lavori di installazione siano stati eseguiti a regola d’arte e che, successivamente, le manutenzioni e gli interventi abbiano dato lasciato inalterata la sicurezza dell’impianto elettrico. In caso di mancanza della DICO originale, deve essere prodotta la DIRI, ovvero la dichiarazione di rispondenza.

Queste dichiarazioni vengono rilasciate da ingegneri in possesso dei requisiti previsti dal decreto. Esse sono indispensabili per richiedere il certificato di agibilità di uno stabile o di un’unità abitativa e il conseguente allacciamento di una nuova fornitura o un cambio di potenza del contatore elettrico.

I doveri di un amministratore condominiale

L’amministratore è responsabile per l’impianto elettrico del condominio che amministra. Pertanto tra i suoi doveri, oltre alle richieste di intervento e di verifica dello stesso, rientrano anche:

  • La conservazione dei documenti dell’impianto, quali dichiarazione di conformità o rispondenza (DICO o DIRI) e allegati obbligatori, come progetto e schema elettrico.
  • Mantenere aggiornata la documentazione tecnica dell’impianto a seguito di ogni intervento eseguito sullo stesso.
  • Adoperarsi affinché risulti sempre funzionante, sia per le parti comuni del condominio che per le singole unità abitative, e che non crei pericolo per la salute delle persone.
  • Tenere aggiornato il registro anagrafe sicurezza (RAS).

Le soluzioni CSDM

CSDM dispone di un team di ingegneri abilitati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e soddisfa i requisiti di professionalità per lo svolgimento delle verifiche, che vengono vagliati annualmente da Accredia. Sempre in ottemperanza a quanto richiesto dal Ministero, tutti i verificatori CSDM abilitati per lo svolgimento delle verifiche secondo il D.P.R. 462/01 non svolgono e non possono svolgere attività di progettazione, installazione e consulenza in merito agli impianti elettrici a garanzia di terzietà ed imparzialità dei risultati ottenuti durante lo svolgimento del loro incarico.

La verifica periodica CSDM sugli impianti elettrici consiste essenzialmente nelle seguenti attività:

  • Esame della documentazione relativa all’impianto (dichiarazione di conformità, progetto e precedenti verbali d’ispezione);
  • Esame a vista dei luoghi e degli impianti;
  • Prova di continuità dei conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali.
  • Prove di funzionamento;
  • Misura della resistenza di terra;
  • Misura dell’impedenza dell’anello di guasto;
  • Misura delle tensioni di contatto e di passo;
  • Eventuale verifica pericolo esplosione e parafulmine.

Al termine della verifica periodica, CSDM consegnerà all’amministratore e all’elettricista un verbale (certificato di ispezione) con l’esito (positivo o negativo) ed eventuali prescrizioni.

Di seguito puoi scaricare gratuitamente la documentazione ufficiale per gli impianti elettrici condominiali.
Puoi trovare il Modello per Ricordi e Reclami e il Regolamento delle Verifiche Periodiche e Straordinarie degli impianti elettrici.

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